RESPONSABILITÀ COLLETTIVA
Si è concluso il 18 giugno il secondo appuntamento di Casa Genesis dedicato all’elemento Terra. Un evento che ha avuto un grande successo , grazie alla presenza di donne ampezzane, custodi di antichi saperi e ricette, e dei Regolieri, custodi del territorio ampezzano.
I Regolieri ci hanno guidato durante l’attività cuore dell’intero evento: Il Curadizo, ovvero la pulizia dei prati prima che gli animali vadano a pascolarci. Il Curadizo è un’attività che alla base ha molto altruismo senso della comunità, in quanto tutte le persone donano il loro tempo per un bene comune, anche se non sempre direttamente a loro connesso. Per questo motivo ci è piaciuto raccontare queste iniziative e cogliamo anche quest’occasione per raccontare cosa sono le Regole, chi sono i Regolari e quali sono i loro compiti.
“La proprietà collettiva di boschi e pascoli rappresentò per lunghi secoli la fonte essenziale dei mezzi di sopravvivenza della gente di montagna.”
(Dal sito delle Regole Ampezzane )
Quando raccontiamo delle Regole Ampezzane le domande non finisco mai, la curiosità di capire chi sono questi saggi della montagna che hanno cura dei pascoli, dei rifugi e regolano il passaggio delle persone nei sentieri. La prima cosa che va detta è che qui si parla di proprietà collettiva. Nessuno degli spazi della montagna è privato ma è di proprietà e responsabilità della collettività. Le terre gestite sono un patrimonio naturale, culturale ed economico che non può essere venduto, ma solo tramandato dai padri ai figli.
Potremmo finire qui il racconto sulle Regole, in questo concetto cosi alto dell’ambiente, in questa visione del bello come di tutti, si muovono i Regolieri dal 578 d.C.
I Regolieri come guardiani delle montagne
L'attività secolare delle Regole è stata la gestione dei pascoli. Successivamente le Regole hanno assunto anche l'amministrazione collettiva dei boschi e del legname. Oggi le Regole d'Ampezzo mantengono queste due funzioni tradizionali, amministrando un territorio con finalità agro-silvo-pastorale e con una funzione di tutela ambientale sempre più determinante.
(Dal sito delle Regole Ampezzane )
Noi, che viviamo qui, possiamo aggiungere che l’attività secolare delle Regole è anche quella di educare e formare le persone. I Regolieri, in quanto custodi di un sapere antico, hanno anche l’onere e onore di insegnare ai propri concittadini come preservare ciò che la tradizione e gli avi hanno tramandato.
Raccontano da secoli il valore delle stagioni, dell’acqua, dei sentieri e da secoli si prodigano per non sporcare al loro e all’altrui passaggio, ma si organizzano attraverso il Curadizo per mantenere le terre pulite, per il bestiame e la produzione, per i pastori e i contadini, per gli abitanti e i viaggiatori.
Sono le persone che spingono tutti noi a fare sempre del bene per noi e per la collettività, col fine di diventare anche noi, un domani, guardiani saggi e instancabili della natura.
Le Regole ampezzane ci insegnano la responsabilità
Nel 1990 la Regione Veneto ha istituito su parte dell'antica e indivisa proprietà delle Regole d'Ampezzo il Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo. Il Parco è stato affidato in gestione dalla Regione Veneto alla Comunanza delle Regole d'Ampezzo "in virtù della specificità delle forme antiche di gestione del patrimonio naturale ampezzano, da esse conservato e tutelato per centinaia di anni". L'istituzione del Parco è un riconoscimento della validità anche sotto il profilo ambientale della secolare gestione collettiva del territorio.
(Dal sito delle Regole Ampezzane )
E se ognuno di noi fosse Regoliere del suo Ambiente, del suo spazio? Se fosse questa la strada per la difesa della Terra? Prendersi, ognuno di noi, la responsabilità di ogni nostra azione e scelta…
Per come sono le nostre Dolomiti, per la bellezza che ci regalano ogni giorno, per l’aria che ci permette di respirare e lo sguardo sempre pieno di vita, allora ci viene da dire che forse il lavoro dei Regolieri è d sempre il più lungimirante… e da cui dovremmo prendere esempio.
Prendere esempio, assumerci la responsabilità e trapassare di figlio in figlio.